Il lento dietro è considerato un esercizio rischioso perchè coinvolge l’articolazione gleno-omerale che è molto mobile in quanto ha una scarsa congruenza ossea, rendendola vulnerabile a eccessiva lassità o instabilità. Nello specifico la parte anteriore di questa articolazione è il sito più comune di iperlassità e di instabilità della spalla. Il movimento che pone maggior stress nella parte anteriore della spalla è l’extra-rotazione combinata con l’abduzione. Se i legamenti e la capsula dell’articolazione sono lassi o instabili (stabilizzatori statici) andremo a stressare con un lavoro maggiore i muscoli della cuffia dei rotatori (stabilizzatori dinamici), questa compensazione dinamica può portare ad affaticamento e può essere seguita da tendinite e dolore della cuffia dei rotatori.
Lo studio di McKean e Burkett del 2015 dice che è un esercizio sicuro per le persone con una normale stabilità del tronco e una mobilità ideale delle spalle. Quindi lo sconsiglierei alle persone alle prime armi con i sovraccarichi, ma dopo un periodo di pratica e in assenza di limitazioni testate dei ROM (raggio di movimento) della spalla in extra-rotazione e della colonna può essere proposto senza problemi.
Il lento dietro è un esercizio per il deltoide, il trapezio, il tricipite brachiale e il pettorale, inoltre come stabilizzatori il dentato anteriore, la muscolatura del core e delle gambe. Nella fase iniziale dell’alzata si pone più enfasi sul deltoide e sul trapezio (meno sul pettorale) rispetto al lento avanti.
Durall, C. J., Manske, R. C., & Davies, G. J. (2001). Avoiding shoulder injury from resistance training. Strength & Conditioning Journal, 23(5), 10. McKean, M. R., & Burkett, B. J. (2015). Overhead shoulder press–In-front of the head or behind the head?. Journal of Sport and Health Science, 4(3), 250-257.